Viaggio a Copenhagen: dove mangiare, cosa vedere e come muoversi (in bicicletta!)

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Viaggio a Copenhagen: dove mangiare, cosa vedere e come muoversi (in bicicletta!)

Sono stata in viaggio a Copenhagen tra il 2 e il 6 marzo 2022. La scusa era quella di festeggiare il mio trentanovesimo compleanno, ma a dire la verità desideravo da anni visitare la città (ho persino prenotato e annullato 2 volte volo e hotel causa pandemia, niente di strano per questi ultimi 2 anni).

Ho amato tantissimo questo viaggio, il primo in aereo all’estero dopo anni, il primo all’estero sola con Tommaso dopo – ehm – 7 anni. Copenhagen mi è entrata nel cuore e posso dirlo: è bella, e ci vivrei. Ho pensato di condividere allora un po’ di suggerimenti e cose che mi sono piaciute: magari state programmando le vacanze estive, o le prossime fughe durante i ponti.

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Viaggio a Copenhagen: informazioni pratiche

Cercherò di non ripetere informazioni e consigli che potete leggere in qualunque guida di viaggio, ma di raccontare un paio di cose che riguardano la mia esperienza pratica, e che credo possano essere utili da sapere. Vado in ordine sparso.

Soldi

La valuta corrente in Danimarca è la corona. Anche se la Danimarca è un paese dell’Unione Europea, non partecipa all’unione monetaria. Le dolenti note sono che il cambio è difficilissimo (1 € sono 7 DKK e per me è impossibile calcolare il prezzo in € senza usare una calcolatrice), e questo porta a spendere magari più del dovuto. Cosa peraltro facilissima, visto che la Danimarca è davvero costosa, un po’ meno per noi che viviamo a Milano ma serve budget, senza dubbio.
Un’aspetto invece positivo, positivissimo dal mio punto di vista, è che non esiste praticamente il contante (fa parte del mio personale indice dei parametri di civiltà): noi non abbiamo mai prelevato una corona, non so neanche come siano fatte. Tutto si può pagare con carte e bancomat e quasi la metà dei locali dove siamo stati non accettano contante.

Orari

Come risaputo (e già sperimentato in altri viaggi nel Nord Europa, ad esempio in Norvegia), tutto è spostato indietro rispetto alle nostre abitudini. Se è vero che si può mangiare praticamente a qualunque ora, anche al di fuori di orari “canonici” di pranzo e cena (altri punti civiltà, imho), tenete presente che se vi presentate in un ristorante dopo le 21.30 potreste rimanere a bocca asciutta. Informatevi sugli orari di apertura delle cucine e anzi, prenotate sui siti dei ristoranti che solitamente sono super digitalizzati ed efficienti.

Clima

Fa freddo? Sì, a inizio marzo le temperature scendevano facilmente sotto zero la sera. Copritevi, se siete freddolos* usate attrezzatura da montagna. Fun fact: io avevo dimenticato i guanti a casa, li ho cercati dappertutto senza trovarli e alla fine una commessa di Uniqlo, impietosita, mi ha rivelato che oramai non erano più nei negozi (certo, la primavera). Vi ho avvisato.

Trasporti

A questo argomento dedico anche il prossimo paragrafo. La nostra esperienza è limitata alla bici e al trenino che dall’aeroporto porta in città (solitamente arrivano alla stazione centrale, ma controllate Citymapper per capire la destinazione più conveniente per voi). Contraddicendo quanto sopra, il trenino per la città è piuttosto economico (circa 5,50€ a tratta, contro i 13€ del Malpensa Express per dire), frequentissimo (e qui i paragoni con l’Italia li evito proprio) e molto veloce: in meno di 20 minuti sarete in città. Il biglietto si può comprare alle macchinette abbondantemente disseminate in tutte le stazioni.

Visitare Copenhagen in bicicletta

Ed ecco qualche dritta per visitare la città in bicicletta, che è anche uno dei modi migliori per conoscerla e per apprezzarne l’incredibile qualità della vita. Sono di parte perché adoro la bici ma è davvero un pezzo irrinunciabile della cultura di questa città! Ecco i miei consigli per pedalare felici a Copenhagen:

      • Per risparmiare un pochino (visto che è tutto caro), potete usare l’app Donkey Republic, scegliendo l’abbonamento mensile da 15€ che vi dà noleggi di 1 ora illimitati. Ricordatevi di lasciare poi le bici nelle rastrelliere (che sono numerosissime ovunque) e non in mezzo alla strada (pena un addebito da 5€), e di disattivare l’abbonamento prima di partire per non incorrere in extra costi.
      • Una delle cose che cerco di fare sempre quando visito una città è partecipare ad un bike tour tematico: noi abbiamo scelto quello sull’architettura contemporanea di Be Copenhagen e lo consigliamo tantissimo! Non solo per conoscere landmark architettonici e del design urbano, ma proprio per scoprire la cultura urbanistica e alcuni aspetti della vita dei cittadini. Ad esempio, lo sapevate che i playground delle scuole sono aperti a tutti, a qualunque ora? (Sulle scuole danesi bisognerebbe scrivere un trattato, ma non è questa la sede giusta).
      • A Copenhagen ci sono piste ciclabili ovunque ma questo non significa che le bici possano fare quello che vogliono! (Vi prego, non facciamoci riconoscere 🇮🇹). Quindi occhi e orecchie bene aperti; segnalate le svolte con un braccio teso; se dovete fermarvi alzate io braccio sinistro come quando a scuola dovevate rispondere al prof.
        Attenzione anche ai semafori (si parte con il giallo, prima del verde), e ricordatevi che per svoltare a sinistra in un incrocio ci si porta sempre prima sulla destra (se avete dubbi, copiate la gente del posto). Scampanellate solo se dovete sorpassare a gran velocità!

Dove mangiare a Copenhagen

Anche su questo tema avrei da scrivere moltissimo, forse ben di più di quanto voi possiate aver voglia di leggere in un post di un blog. Cercherò di essere sintetica: Copenhagen è una delle città più interessanti del mondo a livello di scena food (il NOMA vi dice niente?). C’è una tale concentrazione di talento, di chef, di stelle Michelin, di prodotti favolosi da far venire il capogiro. Io vi consiglio di arrivare con una grande fame, metaforica e non solo.

Io non sono un’esperta di ristoranti di livello, mi piace mangiare, e mangiare bene (e pure bere bene), quindi raccolgo qui i posti che mi sono piaciuti di più. E ancora un disclaimer: ho già detto che Copenhagen è cara, molto. C’è qualche accortezza per risparmiare: ad esempio nutrirsi di – spesso ottimo – street food e optare per un panino a pranzo. Molte bakery vendono pani di piccole dimensioni che possono farcire al momento, dal costo sorprendentemente economico di 3-5€.  Tolte queste poche eccezioni, soprattutto per il cibo il costo è alto: c’entra il food cost e anche il fatto che l’offerta sia di qualità molto elevata.

Ma veniamo al mio elenco in ordine abbastanza sparso:

Colazione e Bakery

Io vi consiglio senza indugio Hahnemans Køkken (ma perché non servono il cappuccino con il cucchiaino però?), in una piazza deliziosa. Dietro al locale c’è Østergro, una farm costruita sul tetto di una vecchia concessionaria.

Se siete alla ricerca dei migliori cardamom buns (un’importazione svedese che però qui è diventata istituzione), andate da Juno the Bakery, ma anche da Hart Bageri. Non perdetevi neanche uno specialty coffee, altra istituzione cittadina: cominciate da Coffee Collective a Torvehallern KBH, e non fermatevi più.

Streetfood e Smørrebrod

Assolutamente immancabile una o più visite al mercato di Torvehallern, dove si trova ogni tipo di delizie.

Da DØP su Strøget, la strada commerciale della città, trovate il tipico hotdog in versione vegana, economico e gustoso. Gli altri luoghi deputati allo streetfood erano ancora chiusi per ragioni climatiche, al momento della nostra visita. Toccherà ritornare in estate!

Gli smørrebrod meriterebbero ancora un’altra sezione, ma per comodità ne parlo qui: anche questo è un presidio tipico della capitale danese. Si tratta di fette di pane nero con una mirabile quantità di condimento, spesso piccoli capolavori. I migliori li ho assaggiati da Aamanns Deli&Takeaway.

Ristorantini e ristorantoni

Per il mio compleanno ho scelto di andare a cena da Tèrra, di cui avevo letto tra le pagine di Identità Golose, e che avevo visto essere stato insignito della nuovissima Stella verde Michelin. È un ristorante di italiani, ma non un ristorante italiano: il concetto alla base è quello di zero waste e il menu è favoloso. Non potevo sperare in un compleanno migliore.


Per pasti più easy, consiglio anche Sanchez, ristorante messicano fondato da una ex chef del Noma, e Patè Patè, ristorantino nel Meatpacking District con un menu molto ottolenghiano a mio parere e ottimi, ottimi vini (assai cari ovviamente).

Che dire, io non vedo l’ora di tornarci!